Il Dolore cronico è una malattia?

 Dr Giuseppe Oranges MD.

Impariamo a conoscere il corpo umano attraverso  questa Sezione del  SITO che è dedicata ai Pazienti affetti da patologie dolorose in sede osteo-articolare , tendinea e muscolare. Ci rivolgiamo soprattutto ai pz con  malattie reumatiche ed ai Medici che vogliono con noi affrontare tematiche dei bisogni quotidiani conseguenti al sintomo DOLORE, che rappresenta una vera e propria malattia. Non dimentichiamo infine, ma non per ultimo,  l’Ansia e la Depressione che accompagnano, a nostra insaputa, alcuni di noi.in presenza o per conseguenza del sintomo dolore.

Ciò ci consente di capire bene la malattia di cui siamo sofferenti.

Da alcuni anni, le conoscenze sulle malattie reumatiche e sulle possibilità di poterle curare sono notevolmente aumentate. I sintomi come il dolore osteoarticolare insieme alla tumefazione ed al rossore determinato dalle infiammazioni continuano ciononostante a far soffrire i malati durante tutte le attività della loro vita quotidiana. Considerando il dolore come una malattia, questa si deve trattare usando ogni mezzo per eliminarlo e per sconfiggerlo avendo come obiettivo “L’uomo senza dolore?”.

IL DOLORE è il compagno fedele dei malati affetti da patologia reumatica come ad es. le spondiloartriti sieronegative’ l’Artrite Reumatoide, La Polimialgia reumatica, sclerodermia ecc.…………..

Il sollievo dal dolore rappresenta quindi uno dei compiti principali dei medici specialisti, che ne studiano le modalità di come si manifesta insieme alle sue caratteristiche e  dei fisioterapisti che praticano la riabilitazione reumatologica.

Il documento di 226 pagine, stilato dall’Associazione Internazionale per lo studio del Dolore,  il dolore viene definito come “ un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole , associata ad una lesione dei tessuti reale o potenziale, o accusata nei termini evocanti una tale lesione”

Proviamo ora a scrivere in modo comprensibile “  L’origine del Dolore”

Allora bisogna dire che Tutto Il nostro corpo ha un elevato numero di terminazioni nervose definite libere che prendono il nome di RECETTORI del dolore ed essi si trovano, come sappiamo,  collocati sotto la pelle, negli organi interni, nelle articolazioni, nei tendini, nei legamenti e nei muscoli.

I recettori del dolore hanno un ruolo di MESSAGGERI: annunciano cioè al sistema nervoso centrale che il corpo ha subito un danno. Bisogna aggiungere che vi è una altra  altra modalità di trasmissione ossia la percezione del dolore non ha luogo unicamente attraverso l’intermediario degli specifici recettori del dolore ma anche  attraverso altri recettori, come quelli della sensibilità e della temperatura che potrebbero inviare il segnale “dolore” sotto l’effetto di uno stimolo molto forte. Queste due modalità d’azione funzionano probabilmente insieme.

I recettori del dolore possono essere stimolati da fattori quali  la pressione, lo stiramento, il caldo, il freddo e l’azione di sostanze chimiche(sostanze algogene). Tuttavia, perché il dolore sia percepito, lo stimolo deve essere significativo ed assai forte. Lo stato di eccitazione minima, necessaria e capace di  provocare la sensazione dolorosa si chiama SOGLIA DEL DOLORE.

Esistono tre tipi di dolore, che dipendono dalla localizzazione del recettore e dal punto in cui nasce la sensazione dolorosa:

  • il dolore superficiale è generalmente acuto e ben localizzato;
  • il dolore profondo è più sordo e mal localizzato;
  • il dolore interno è diffuso e si manifesta a volte sotto forma di crisi, come le coliche.

Le sensazioni dolorose marcano le vie del dolore, composte di due tipi di fibre nervose: le fibre A delta che sono dei conduttori veloci, e le fibre C che sono dei conduttori più lenti. Al verificarsi di un evento acuto, il dolore è quindi prima di tutto ben localizzato e si manifesta con una fitta, per trasformarsi poi in un dolore più sordo e difficile da localizzare. Il dolore si trasmette dai recettori al cervello attraverso il midollo spinale (cf. ill. 1).

Il cervello non possiede un centro del dolore ben determinato come il centro della parola. Sembra al contrario che la percezione del dolore implichi la partecipazione di numerose strutture cerebrali le cui complesse interazioni non sono ancora state del tutto chiarite. Questi diversi stimoli esercitano un’azione gli uni sugli altri rafforzandosi, o viceversa, inibendosi.

Le eccitazioni periferiche non prendono in prestito una “linea privata” sulle vie nervose e, una volta giunte al cervello, non si trovano neppure in un sistema libero da qualsiasi interferenza. In effetti, il sistema nervoso centrale, che può essere paragonato ad una centralina telefonica, è costantemente sollecitato. È necessario quindi valutare sempre la situazione in un contesto ben preciso, senza dimenticare che anche il sistema nervoso centrale è influenzato dall’umore e dalla sfera psicologica. Sappiamo ad esempio di percepire il dolore in maniera diversa quando riusciamo a spostare la nostra attenzione su un altro problema o un’altra attività. Sappiamo anche che i soldati gravemente feriti in guerra non percepiscono il dolore immediatamente.

Numerosi meccanismi di controllo sovrintendono la registrazione e la trasformazione delle informazioni all’interno stesso del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale). Questa selezione permette di rendere la vita sopportabile all’essere umano, il quale è “bombardato” ogni secondo da diverse migliaia di stimoli sensoriali.

In effetti, solamente una minima parte delle informazioni esterne  può penetrare all’interno della “centralina”. Si tratta essenzialmente delle informazioni che permettono di garantire la sopravvivenza dell’individuo, cosa che conferma la storia dell’umanità.

Ora Qui ci fermiamo per poter Riprendere fra 15 giorni e continuare a  descrivere il dolore.

Nel frattempo potete scrivere in questa sezione per farci conoscere il vostro parere in merito a questa iniziativa.

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